Cara Giulia,
mamma e papà ti scrivono questa lettera per dirti innanzitutto che per noi sei un dono del cielo. Quando sei nata ci hanno detto “vostra figlia è albina”, un termine che io e papà conoscevamo molto poco. Eri candida come la neve ed il Dottore disse a papà che i tuoi occhi erano più chiaro del chiaro. Uscimmo dall’ospedale con una diagnosi di “ALBINISMO OCULO-CUTANEO”.
Adesso hai cinque anni e dovremmo già spiegarti che cosa è l’Albinismo, o che cosa significa “albina” perché, purtroppo, nel 2010, si viene ancora discriminati per il colore della pelle, dei capelli e degli occhi. Abitiamo a Roma, e non possiamo neanche sederci su una panchina al parco o in un centro commerciale, a mangiare un po’ di pizza, che la gente comincia a fare mille domande, “ma sono proprio bianchi, ma come mai hanno gli occhi rossi?” riferendosi anche al tuo fratellino, Flavio. “Ma da chi hanno preso?” E tu, lì davanti a noi ad ascoltare. Purtroppo, Giulia, c’è tanta ignoranza, insensibilità e anche cattiveria nelle persone.
Ma noi siamo tosti, tanto è vero che quando chiedono proprio a te, sia bambini che adulti “Ma questi capelli sono tuoi o sono finti, o tinti?”, tu rispondi in maniera ironica e sarcastica “No, no è proprio una parrucca!”
Purtroppo, però il lavoro di mamma e papà non è stato del tutto sufficiente, visto che pochi mesi fa, un giorno sei tornata da scuola e piangendo e singhiozzando ci hai chiesto “ma quanti problemi devo avere io? A scuola, in giardino, mi cacciano, mi dicono che non posso giocare perché ho la pelle bianca, i capelli bianchi e gli occhi rossi; avevo caldo, mi sono messa a piangere sullo scivolo, volevo rientrare in classe ma non potevo.” Il giorno dopo non hai voluto andare a scuola. A quel punto io e tuo padre abbiamo chiesto l’ausilio di un operatore, visto che la scuola materna non era in grado di sostenerti nelle tue difficoltà.
Per l’inserimento di questo operatore all’interno della classe ci sono stati molti problemi. La tua ex-maestra diceva che questa persona, era inutile, che tu ci vedevi benissimo, che avevi solo qualche problema di concentrazione e di attenzione. Pensa che strano! Come si fa ad avere problemi di concentrazione quando i tuoi occhi si muovono appena ogni 20 millisecondi a causa delle cosiddette scosse di nistagmo. Come si fa a pensare che hai bisogno di un ausilio quando gli oculisti dei due maggiori ospedali pediatrici di Roma certificano che vedi ad 1 metro quello che gli altri vedono a 10 metri?
Quindi, questi problemi “insormontabili” ci hanno messo di fronte ad una scelta difficilissima, quella di cambiarti scuola, proprio quasi a metà del 3° anno della scuola dell’infanzia e proprio a pochi giorni dalla recita di Natale. In un momento così difficile, io e papà, siamo stati sostenuti anche dal servizio psico-pedagogico del nostro municipio.
Hai accettato questa nostra decisione con molto coraggio e rassegnazione, ma per te, da quel momento è iniziato un nuovo periodo. Pochi giorni prima di Natale sei entrata in questa nuova fantastica scuola, la “Ranocchio Scarabocchio” dove c’è un piccolo stagno in cui abitano delle simpatiche rane; un luogo allegro, pieno di colori, di giochi, dove si respira un clima molto sereno, coordinata in maniera eccellente, dove tutte le persone che vi lavorano sono sensibili e gentili; è la scuola che tutti i bambini dovrebbero avere e tu ci hai detto “mamma, papà, qui è bellissimo e ancora più divertente perché ci sono le rane che saltano”. Hai partecipato alla recita di Natale e voi bambini, sui vestitini preparati dalle maestre, avevate la scritta PACE!!!! E avete cantato “Aggiungi un posto a tavola” (quando si dice il destino!).
E così in questo nuovo ambiente una maestra dolcissima, i nuovi compagni e l’operatore ti hanno aiutata a non farti sentire più così diversa, a non essere più etichettata come la peste della classe. La tua nuova insegnante mi dice sempre che sei una bambina dolcissima e come tutti gli altri, mentre in quella brutta scuola vecchia, così come la chiami tu, ci veniva detto il contrario.
Mentre ti scriviamo questa lettera le lacrime solcano il viso, ma sono lacrime di gioia e anche di gratitudine per le figure di coordinamento e di insegnamento che abbiamo trovato in questo piccolo luogo incantato. Ogni giorno ti vediamo sempre più serena e siamo sicuri che questo ti aiuterà a non curarti più di tanto delle frasi discriminatorie della gente e quindi ad affrontare la vita con più sicurezza ed a trasmetterne anche al tuo piccolo fratellino che è, non bianco, ma biondo platino come te e che a soli sei mesi ti ha accompagnata in questa nuova avventura. Questi per Te sono anni fondamentali, che se vissuti con serenità Ti daranno solide basi per affrontare il futuro.
CON TUTTO L’AMORE DEL MONDO
MAMMA E PAPA’